In cosa consiste l'incurvamento del pene o Pene Curvo

Gli incurvamenti penieni (recurvatum penieno) consistono in un’alterazione della forma del pene in erezione che, anziché rettilinea, risulta curvilinea su uno o più piani e rende difficoltosa o addirittura impossibile la penetrazione.

La diagnosi del pene curvo può essere effettuata solamente a completo sviluppo e quindi dopo la pubertà e solo in erezione. I dati statistici indicano un’incidenza di circa di 1/10.000.

Cause e tipologie di pene ricurvo

L’incurvamento penieno può essere di tipo congenito oppure di tipo acquisito. Il pene ricurvo congenito è presente sin dalla nascita e può essere associato o meno a malformazioni uretrali come l’ipospadia. Il pene curvo è acquisito invece quando la malformazione insorge come conseguenza di traumi o altre patologie.

La curvatura può essere: ventrale, dorsale, laterale o mista e associata o meno a malformazioni dell’uretra.

Il recurvatum penis congenito è causato da un’anomalia di sviluppo dei corpi cavernosi durante la vita intrauterina oppure durante la primissima infanzia.

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A riposo il pene può essere perfettamente rettilineo o avere un atteggiamento alla curvatura descritta dal paziente che spesso giunge con un’auto documentazione fotografica. L’esame obiettivo accerterà l’eventuale alterazione di sede del meato uretrale esterno.

Successivamente, verrà indotto un episodio erettile mediante infusione di prostaglandine E1 (PGE1) con l’ausilio di iniettore automatico per rendere indolore la procedura e ridurre lo stress del paziente. Ad erezione avvenuta la curvatura sarà di facile interpretazione: verrà valutata la tipologia, il grado della stessa, e verranno effettuate delle fotografie sui piani ortogonali.

INDAGINI STRUMENTALI PER CURVATURA PENE

Il pene curvo può associarsi a disfunzione erettile o per un alterato schema corporeo del paziente che vive un forte disagio per l’anomalia di forma peniena (Disfunzione erettile “funzionale”) o perché all’incurvamento si associa un malfunzionamento del meccanismo occlusivo venoso (Disfunzione eretttile organica). In questi casi si deve integrare il percorso diagnostico con le seguenti indagini strumentali e di laboratorio, che sono peraltro le stesse indagini indicate per accertare le cause di una disfunzione erettile:

  • RIGISCAN NOTTURNO: permette di registrare e monitorare le erezioni peniene notturne. Gli episodi di rigidità notturna prescindono da qualsiasi influenza psicologica e per questo motivo sono utilizzati nella diagnosi degli incurvamenti penieni con associata disfunzione erettile, permettendo di escludere o meno la coesistenza di un’eventuale disfunzione erettile di natura organica.
  • ECOGRAFIA PENIENA BASALE E DINAMICA: viene effettuata in condizioni sia basali che dinamiche dopo farmaco infusione di prostaglandine per escludere la presenza di fibrosi o placche di Induratio Penis Plastica.
  • ECOCOLOR-DOPPLER PENIENO DINAMICO: è un’indagine diagnostica che permette la valutazione dell’emodinamica peniena. Tale esame permette di ottenere informazioni sul normale flusso arterioso e sulla competenza del meccanismo venoso occlusivo.
  • GENITO-SENSORY-ANALYZER (GSA): questo esame permette di effettuare misurazioni quantitative della soglia di sensibilità termica e vibratoria del pene e del glande e può essere utilizzato come strumento diagnostico per qualsiasi neuropatia sensitiva periferica o centrale.

Una volta effettuata la diagnosi, oltre i 30° di curvatura si pone indicazione chirurgica al raddrizzamento penieno. Alle volte il paziente affetto da pene curvo soprattutto ventrale, minore di 30°, richiede comunque la correzione a causa del disagio e della scomodità nella penetrazione.

Il primo intervento per la correzione del pene curvo fu ideato da Nesbit nel 1965. Tale tecnica ancora in uso in diversi centri prevede la circoncisione, l’abbattimento di tutte le guaine peniene e l’asportazione di porzioni di albuginea effettuate sul lato convesso della curvatura.

Il numero di correzioni, le loro dimensioni e localizzazioni, vengono stabiliti intraoperatoriamente, ad erezione indotta, mimando con pinze dedicate il raddrizzamento. Tolte tali pinze, si procede all’escissione della quantità voluta di albuginea ed alla successiva sutura delle brecce. Si controlla, infine, il risultato con una successiva erezione indotta, per procedere ad eventuali correzioni.

COMPLICANZE DELLA CHIRURGIA PER RADDRIZZARE PENE

Le tecniche chirurgiche per il raddrizzamento penieno anche se di facile esecuzione sono gravate dal 25 al 30% di recidive, per il cedimento dei punti di di sutura, ed hanno l’inconveniente di causare un maggiore accorciamento del pene, soprattutto negli incurvamenti dorsali e ventrali. Ulteriori complicanze sono rappresentate dai frequenti inestetismi della sutura, dall’esito della circoncisione, dalla formazione di ematomi, da aderenze nelle parti di albuginea incisa e dalla perdita parziale di sensibilità del glande dovuta sia alla circoncisione che alle lesioni neurologiche procurate dallo scalpaggio delle guaine peniene fino alla radice.

Numerose altre tecniche sono state ideate nel tempo per il pene curvo da diversi Autori ma quasi tutte prevedono un approccio con circoncisione e scalpaggio penieno.

Nel 1990 è stata descritta la prima tecnica di correzione degli incurvamenti penieni mini-invasiva senza circoncisione ma con accesso baso-penieno (tecnica di Alei I).

INTERVENTO RADDRIZZAMENTO PENIENO MINI INVASIVO SENZA CIRCONCISIONE – TECNICA ALEI I

L’intervento viene effettuato in anestesia locale con minima sedazione. Si effettua dunque una piccola incisione di 2 cm circa sull’arco pubo-penieno per gli incurvamenti ventrali o sullo scroto per gli incurvamenti dorsali o laterali.

Si raggiunge il punto prestabilito della correzione sulla base delle misurazioni preoperatorie in erezione e si procede, alla corporoevaginazione (degloving) attraverso la minima incisione cutanea effettuata.

A questo punto si effettua una piccola incisione della tunica albuginea e la sutura dei due lembi sovrapposti l’uno all’altro (‘‘a doppio petto’’). Dunque, si provoca l’erezione idraulica con soluzione fisiologica e si valuta la perfetta correzione avvenuta effettuando documentazione fotografica.

Rispetto alle altre tecniche è descritta una minore incidenza di recidive (4%) grazie all’ottima tenuta delle suture le quali, essendo ‘‘a doppio petto’’, offrono una maggiore solidità e resistenza fisica alla distensione dell’albuginea in fase erettile. I tempi di guarigione sono notevolmente ridotti grazie agli accessi chirurgici di pochi centimetri e quindi all’assenza di edemi e dolore nel post-operatorio. Le piccole suture effettuate con tecniche di chirurgia estetica risultano essere minimamente visibili.

L’intervento ha durata di circa un’ora, viene effettuato in regime di day-hospital, ed il paziente potrà, dopo qualche ora di osservazione, tornare tranquillamente a casa. Il post-operatorio non è caratterizzato da particolare dolore, il pene corretto sarà protetto da una benda elastica che limita la completa erezione notturna consentendo una migliore tenuta delle suture.

Il paziente torna alle sue abitudini dopo circa una settimana e l’attività sessuale potrà essere ripresa dopo 30 giorni dall’intervento.

INTERVENTO PENE CURVO MINI INVASIVO SENZA CIRCONCISIONE – TECNICA ALEI II

Nel 2012 abbiamo ideato una nuova tecnica chirurgica per la correzione del pene curvo sia congenito che acquisito denominata a “binario” o Alei II.

Come nella tecnica Alei I, precedentemente descritta, occorre effettuare preoperatoriamente le misurazioni dei punti di correzione in erezione farmacoindotta con PGE1, documentando il tutto con foto sui piani ortogonali. Durante questo momento è possibile mimare la correzione, misurando le dimensioni finali e mostrando il risultato post-operatorio al paziente.

L’intervento viene effettuato in anestesia locale con minima sedazione. Anche in questa tecnica l’accesso chirurgico è baso-penieno. Una piccola incisione di circa 2 cm sarà effettuata sull’arco pubo-penieno per gli incurvamenti ventrali, sullo scroto per quelli dorsali e laterali.

In questa tecnica la correzione viene effettuata mediante una o più plicature della tunica albuginea sul lato convesso, evitando qualsiasi incisione del rivestimento dei corpi cavernosi. Questo approccio si traduce nell’abbattimento dei tempi operatori, in una guarigione più rapida e nell’assenza di dolore nel post-operatorio. Le piccole suture effettuate con tecniche di chirurgia estetica risultano essere minimamente visibili. L’erezione idraulica dimostrerà l’avvenuta correzione dell’incurvamento.

L’intervento ha durata di circa mezz’ora, viene effettuato in regime di day-hospital, ed il paziente potrà dopo qualche ora di osservazione tornare tranquillamente a casa. Il post-operatorio non è caratterizzato da particolare dolore, il pene corretto sarà protetto da una benda elastica che limita la completa erezione notturna consentendo una migliore tenuta delle suture.

Il paziente torna alle sue abitudini dopo circa una settimana e l’attività sessuale potrà essere ripresa dopo 30 giorni dall’intervento.

Questa innovativa tecnica chirurgica ha numerosi vantaggi tra cui una bassissima incidenza di recidive (2%), assenza di inestetismi, tempi di guarigione brevissimi e non necessita di ricovero con conseguenti costi notevolmente ridotti.

Tale tecnica può essere utilizzata per la correzione di tutti i tipi e gradi di pene curvo.

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