In cosa consiste l'ingrossamento del pene

Le tecniche per ingrossare il pene hanno come finalità l’aumento di calibro dell’asta.

La richiesta di questo tipo di intervento riguarda sia pazienti con micropene che pazienti normodotati.

Nel caso di normalità volumetrica la richiesta di ingrossamento del pene generalmente è da ascrivere a diminuzione percettiva durante il rapporto penetrativo, e tale disagio può essere vissuto sia dal paziente stesso che dalla partner.

Metodi per ingrandire il pene

In caso di pene piccolo si può procedere ad un allungamento del pene (nello specifico se si è in presenza di brevità peniena) oppure ad un ampliamento penieno.

Per l’allargamento del pene si può ricorrere principalmente alla tecnica di filling, la quale può essere eseguita mediante iniezione di grasso autologo oppure di acido ialuronico. Tuttavia i risultati estetici di questi metodi non sono soddisfacenti. Per questo esiste una terza tecnica creata dal Prof. Alei che prevede l’ingrossamento del pene mediante una matrice dermica.

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L’ingrossamento pene mediante il posizionamento di materiali biologici in sede pericavernosa è stato ulteriormente semplificato nella sua gestione grazie alla tecnica sviluppata da Whitehead. Tale metodica prevede l’utilizzo di foglietti di matrice dermica di origine umana che consentono la proliferazione di derma autologo garantendo un risultato duraturo e dalle minime complicanze.

La tecnica di Alei è una evoluzione che, mediante un unico accesso basopenieno, mantiene integro il prepuzio migliorando il risultato estetico ed assicurando un aumento della circonferenza peniena di circa il 20-30% rispetto alla misura iniziale.

Per ingrossare il pene si effettua una incisione dorsale trasversa di circa due centimetri alla base del pene e, dopo aver preparato accuratamente la fascia di Colles, si procede alla corporoevaginazione (degloving). Mantenendo il pene alla massima trazione, si posizionano un  foglietto di derma eterologo  sulla fascia di Buck a rivestire completamente con un singolo strato i corpi cavernosi, lasciando libero il corpo spongioso dell’uretra. Si  procede quindi alla sutura del perimetro del patch alla fascia di Buck con filo a lento riassorbimento 2-0, lasciando un’eccedenza di matrice tra i punti tale da consentirne l’estensione in erezione.

Si termina riposizionando le strutture peniene nelle loro guaine e procedendo alla sutura della fascia di Colles e della cute a punti staccati. Si manterrà un drenaggio in aspirazione secondo Redon per le prime 12-24 ore, fasciatura elastocompressiva per i primi 10-12 giorni. Il paziente potrà riprendere la normale attività sessuale a 30 giorni dall’intervento chirurgico.

Tale tecnica per ingrossare il pene prevede il prelievo di grasso autologo mediante liposuzione addominale e successiva iniezione dello stesso nello spazio di Colles (tra la fascia di Buck e quella di Colles). Le medie dei valori riportati in letteratura danno incrementi medi della circonferenza di circa 2,6 cm iniettando 40-68 ml di grasso a seconda delle varie situazioni anatomiche.

Per quanto la tecnica sia semplice e scarsamente invasiva, la procedura è soggetta a frequenti complicanze post-operatorie dovute ad inadeguato apporto sanguigno all’innesto adiposo, rottura, riassorbimento e migrazione degli adipociti iniettati.

Si ottiene quindi, quasi sempre, un risultato estetico insoddisfacente con la presenza di formazioni nodulari a contenuto liquido, necrotico o calcifico ed importanti asimmetrie del pene. È anche importante considerare che, come conseguenza dell’iniezione del grasso, la rigidità dei corpi cavernosi può essere talmente attutita dallo strato di adipociti da rendere l’erezione insoddisfacente sia per il paziente che per la partner.

L’acido ialuronico in gel è utilizzato nell’ingrossamento del pene per aumentare il calibro dell’asta ed il volume del glande. Anche in questa metodica come per il lipofilling sono riportati esiti inestetici dovuti all’irregolarità di deposizione/riassorbimento della sostanza iniettata.

L’iniezione di acido ialuronico viene eseguita tramite delle sottili cannule traumatiche attraverso due piccole incisioni alla base del pene. Tale procedura viene eseguita in anestesia locale e non lascia cicatrici visibili.  Per quanto tale tecnica sia scarsamente utilizzata, non ne sono riportate particolari complicanze.

Essendo un filler totalmente riassorbibile, tale metodica andrà ripetuta ogni 6 mesi circa per mantenere il risultato estetico.

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